La Maremma nuova, anzi nuovissima, è quella del vino. Se ne parlò la prima volta nel 1978, alla mostra mercato dei Doc toscani a Siena, quando nella Fortezza Medicea, che ospita l’Enoteca Italiana, giunsero tecnici e operatori vinicoli stranieri: americani, svizzeri, tedeschi, francesi.
Morellino: un nome simpatico, che suonava bene, e metteva allegria. In bocca, già negli anni Settanta era molto gradevole, aveva corpo e carattere.
Ma in sostanza, come vien fuori il Morellino? Cos’è di preciso? Qual’è il suo vitigno? Come ha trovato spazio in Maremma? E a chi si deve il suo ingresso nel mercato, il suo sviluppo?
Il Morellino è un Sangiovese piantato sui colli maremmani nei secoli antichi. La vite è da sempre una risorsa della penisola italica. Magari già gli Etruschi coltivavano il Morellino tra Scansano e Saturnia. Di sicuro sappiamo che nell’Ottocento, sotto la dominazione napoleonica, i francesi chiamarono i loro tecnici da Montpellier e da Digione, da Bordeaux, per migliorare la coltivazione delle uve e tutto il processo di vinificazione in questa arte della Maremma. All’insegna dei Bonaparte, la zona del Morellino produceva più o meno 5000 ettolitri.
Tornati a casa i francesi, il Morellino fece piano piano marcia indietro, vivacchiando ai confini della bevibilità: un vinaccio cosiddetto del contadino che in qualche podere meglio organizzato, con la cantina affidata a gente del mestiere, si guadagnava il “pass” per la buona tavola.
All’inizio degli anni Settanta, il Morellino trovò coltivatori di talento e aziende con l’occhio lungo, in breve la Maremma grossetana fu tutto un proliferare di case vinicole. Il Morellino piaceva. Aveva un buon tessuto. Costituì un’attrazione in più per il turismo locale. E nel 1978 ottenne il riconoscimento della Doc, un titolo di pregio e un marchio di garanzia.
La capitale del Morellino, è Scansano. E infatti il rosso maremmano fu iscritto all’anagrafe enologica d’Italia con il nome “Morellino di Scansano”.
La bontà del Morellino, la vastità dei terreni, l’ esposizione stupenda, la marcia in più dei grandi vini italiani sul mercato mondiale, ha spinto i vignaioli più famosi a venire in Maremma.
Insomma il Morellino è un vero business. La nuova Maremma scoppia di salute, ormai. Questo ci rende felici. Beviamoci su e tanti auguri.